Family Connections™ è un percorso di 12 incontri che ha lo scopo di fornire ai
familiari di persone affette da Disturbo Borderline di Personalità (DBP) delle
competenze utili al loro benessere e alla comprensione dei comportamenti del loro
caro. Il modello Family Connections™ è stato sviluppato da Perry Hoffman e Alan
Fruzzetti ed è l’unico modello evidence-based per familiari di pazienti con DBP.
Family Connection™ fornisce: informazioni aggiornate sul funzionamento dei pazienti
con DBP e delle famiglie; formazione sulle strategie individuali di coping basate sulla
terapia dialettico comportamentale; abilità familiari e supporto per la creazione di
gruppi all’interno di una rete di familiari.
L’inclusione dei familiari nei percorsi di cura è una parte fondamentale dei
trattamenti per diverse ragioni. Uno dei modelli eziopatogenetici più accreditati che
spiega l’insorgenza del DBP vede una coniugazione di aspetti biologici, la cosiddetta
vulnerabilità emotiva, e ambientali (Linehan, 1993).
Le persone affette da DBP sono infatti caratterizzate da un’instabilità emotiva che in
genere si innesca in risposta ad eventi relazionali spiacevoli (un rifiuto, una critica o
una semplice disattenzione da parte degli altri). Questi aspetti di ordine più
biologico, presenti in genere fin dalle prime fasi della vita, vanno ad intersecarsi con
un ambiente familiare che si è visto avere delle caratteristiche particolari. Si parla di
ambiente invalidante per descrivere un contesto in cui il soggetto è esposto a
svalutazione dei propri stati mentali (pensieri, emozioni e sensazioni fisiche), dove
l’esperienza emotiva non è mai valorizzata ma più spesso banalizzata, ridicolizzata o
semplicemente negletta (Linehan 1993). L’ambiente invalidante, così come ben
descritto dalla letteratura, è caratterizzato dalla presenza di interazioni caotiche ed
inappropriate, espressioni emotive intense, carenze di cure e possono essere anche
caratterizzate da maltrattamenti e abusi fisici o sessuali (Crowell et al. 2009).
È quindi necessario poter pensare ad un intervento rivolto ai familiari per migliorare le
modalità relazionali e interrompere dei circoli viziosi che diventano dei fattori di
mantenimento del disturbo.
La seconda ragione per promuovere l’inclusione dei familiari nei percorsi di cura ha a
che fare con il carico emotivo a cui essi sono sottoposti, carico che alcune ricerche
dicono essere superiore a quello legato ad altri disturbi psichiatrici.